Tutti gli articoli del Consigli

Colloquio di lavoro: 31 domande che sicuramente ti faranno
Prima di presentarsi al colloquio, è opportuno prepararsi per qualsiasi domanda. Queste domande non servono, come credono molti candidati, a mettere in difficoltà l’interlocutore, ma per darti la possibilità di mostrare le tue competenze e parlare delle tue esperienze passate.
Per quanto ogni azienda abbia un suo personale modo di gestire il colloquio, è anche vero che ci sono alcuni tipi di domande che ricorrono spesso: le tue risposte servono a capire di che pasta sei fatto e se sei davvero adatto per l’impiego offerto.
Quindi possiamo catalogare le domande in due tipologie: domande personali, professionali e motivazionali.
Le prime hanno lo scopo di comprendere che tipo di persona sei, le seconde invece valutano le competenze, mentre le ultime la motivazione (elemento fondamentale per ogni selezionatore, che deve anche comprendere se la persona che si sta per assumere è motivata a restare nell’azienda o vive la cosa solo come un passaggio temporaneo).
Domande personali:
- quali sono i suoi obiettivi professionali?
- quali sono i suoi maggiori difetti?
- quali sono le sue migliori qualità?
- come si vede da qui a 10 anni?
- quali sono i suoi migliori successi?
- quali sono stati i suoi maggiori fallimenti?
- mi descriva il suo lavoro ideale
- quali sono le occasioni in cui litiga con le persone, e perché?
- mi descriva il processo col quale prende una decisione importante
- quali sono i suoi programmi tv, libri o musica preferita?
- quali sono i suoi hobby?
Domande professionali:
- riassuma brevemente il suo curriculum vitae e le sue esperienze lavorative
- in base a cosa ha scelto il suo percorso di studi?
- come mai è stato bocciato? Come mai ha preso un voto tanto basso?
- come mai non ha terminato gli studi?
- quali sono le materie di studio che preferisce?
- se dovesse ricominciare oggi, quale corso di studi sceglierebbe?
- perché sta cercando un lavoro?
- perché ha accettato il suo ultimo lavoro?
- cosa pensa del suo attuale o ultimo datore di lavoro? E dei suoi colleghi?
- che cosa le piaceva di più e cosa di meno nel suo impiego precedente?
- mi parli del Suo peggiore e del Suo migliore datore di lavoro?
- come mai è stato licenziato dal suo precedente datore di lavoro?
Domande motivazionali:
- come mai si è candidato per questo lavoro?
- cosa conosce della nostra azienda?
- perché crede di essere adatto a questo lavoro?
- in che cosa pensa di essere migliore rispetto ad altri candidati?
- quanto bene pensa di poter svolgere il lavoro nelle condizioni in cui si trova attualmente?
- pensa di aver bisogno di ulteriore formazione o esperienza in questo campo?
- quanto guadagna adesso o quanto guadagnava col suo precedente impiego?
Attenzione alle domande difficili, come “perché non ha terminato gli studi” o “come mai è stato licenziato”: lo scopo di queste domande è verificare la vostra onestà. Non dovete giustificarvi, ma solo rispondere in modo obiettivo e maturo, cercando di vedere le cose da un punto di vista obiettivo.
Quindi, tiriamo le somme: per ognuna di queste domande rispondi a voce alta registrando ciò che dici. Ascoltati e domandati se la tua risposta è soddisfacente, infine correggi ciò che va corretto.
In questo modo sarai preparato a qualsiasi evenienza.
Ma c’è un modo per essere preparato ancora meglio: clicca qui e scoprilo www.vincerealcolloquiodiselezione.it/promo-ebook/grazie-libro/

10 regole per apparire al meglio al colloquio di selezione
Se è vero che l’abito non fa il monaco, non possiamo non ammettere che una persona con un saio apparirà come un monaco (anche se non lo è affatto). Il nostro modo di vestirci, infatti, dice su di noi molto più di quello che pensiamo e lo stesso vale per il nostro atteggiamento. Ma c’è un problema: sono davvero in poche le persone consapevoli di ciò che comunicano in questo modo. Indossare una felpa o una camicia ci fa comunicare messaggi diversi, così come avere i capelli a posto oppure completamente spettinati dice qualcosa di estremamente preciso su di noi.
Proprio per questo, quando devi affrontare il tuo colloquio, ricorda sempre queste semplici regole di base:
1. La sera prima, fai una cena leggera e vai a letto presto. Punta la sveglia con un anticipo sufficiente.
2. Cura la tua igiene personale. Sembra scontato, ma molti non lo fanno. È una questione di rispetto. Niente forfora nei capelli, , profuma l’alito (ma attenzione: niente gomme da masticare durante il colloquio!), ed elimina i cattivi odori.
3. Vestiti in modo consono. Non significa per forza che devi metterti in giacca e cravatta (o tailleur per le donne). Limitati a scegliere un abbigliamento curato, vestiti puliti, stirati e ordinati. Come vestirsi dipende molto dal tipo di azienda: se cura molto le apparenze, scegli un completo formale, ma se sai già che il colloquio sarà informale, puoi anche presentarti in jeans e maglietta. Anche in questo caso, fai attenzione: non apparire trasandato, ma nemmeno troppo elegante (niente abiti da sera né trucco eccessivo).
4. Porta una copia del tuo curriculum (anche se molto probabilmente ci sarà già una copia stampata in ufficio) e assicurati di avere con te tutti i documenti necessari. Prepara tutto qualche giorno prima.
5. Accertati del nome della persona con cui parlerai, e memorizza nome e cognome.
6. Pianifica il percorso per arrivare da casa al luogo del colloquio, e fai in modo di arrivare puntuale. Cerca di anticipare gli imprevisti che potrebbero sorgere, e parti con un po’ di anticipo. Se qualche problema ti impedisce di arrivare in tempo, avvisa per telefono prima dell’ora stabilita.
7. Evita di farti accompagnare al colloquio da amici o parenti: è decisamente poco professionale.
8. Arriva all’appuntamento con almeno 5 minuti di anticipo, e fatti annunciare. Sii gentile con la segretaria. Poi mettiti comodo e aspetta (fai attenzione già da questo momento al tuo atteggiamento: già il tuo comportamento in sala d’attesa dice molto di te).
9. Preparati con entusiasmo e presentati con un bel sorriso. Sii positivo e propositivo, e fai attenzione a ciò che succederà. Il colloquio è importante per te così com’è importante il tempo di chi ti sta conoscendo.
10. Prima del colloquio spegni il telefonino (o togli la suoneria). Se hai bisogno di tenerlo acceso per forza (per motivi particolari), avvisa subito le altre persone e spiega loro il perché.
Per quanto questo decalogo possa sembrare semplice, ti assicuro che nella mia carriera ho incontrato davvero pochissimi candidati che hanno rispettato tutti e dieci questi punti. Proprio per questo il mio consiglio è quello di applicarli tutti farai sicuramente la differenza agli occhi del selezionatore.
Adesso, però, puoi fare due cose:
1) Aspettare il prossimo articolo in cui ti parlerò di come invece devi comportarti durante il colloquio
2) Iniziare già adesso a leggere il libro Vincere al colloquio di selezione e darti da fare per ottenere il lavoro che desideri e meriti! www.vincerealcolloquiodiselezione.it/promo-ebook/grazie-libro/

Come cercare lavoro in modo intelligente
4 azioni per pianificare la ricerca di un lavoro
Per molti andare alla ricerca di un lavoro è un po’ come sparare alla cieca nella speranza che si possa colpire qualcosa. Una strategia del genere può sicuramente portare (prima o poi) al raggiungimento dell’obiettivo, ma di certo non è una delle più efficaci.
Una strategia di impiego intelligente, infatti, prevede innanzitutto alcune azioni fondamentali per costruire una buona pianificazione:
- definire l’obiettivo professionale. Ad esempio puoi chiederti: “A che tipo di lavoro aspiro?” (Es. in una grande azienda, a contatto con il pubblico, all’estero, centrato sulla ricerca, ecc);
- individuare il ruolo. Poniti domande come: “Quale ruolo vorrei ricoprire? In quale settore rientra quel ruolo? Quali sono le mie preferenze?”;
- fissare i tempi e le scadenze. Puoi ad esempio chiederti: “Quanto tempo mi concedo per mettere in atto la mia strategia? Quanti contatto voglio avviare ogni settimana?”;
- definire il luogo. Puoi chiederti: “Qual è l’area geografica su cui voglio concentrare la mia ricerca?”
Una volta fatto questo puoi iniziare ad usare gli strumenti a tua disposizione in modo mirato e preciso.
Ma quali sono gli strumenti a tua disposizione?
Voglio presentarti nelle prossime righe alcuni spunti sugli strumenti che compongono una strategia di impiego intelligente.
Il CV
Spesso la più grande lacuna da parte di chi cerca un impiego è proprio il saper scrivere un buon curriculum, che sia in linea con gli obiettivi di carriera; la maggior parte dei selezionatori, infatti, dichiara che i candidati raramente hanno le idee chiare su cosa si vuole fare e di conseguenza presentano dei cv standard e anonimi.
Quindi, oltre alla correttezza formale che deve caratterizzare un buon curriculum, non bisogna dimenticare di adattare il CV alla singola richiesta.
Motivazione alla candidatura
Se il datore di lavoro richiede una lettera di motivazione, vale lo stesso principio esposto riguardo al curriculum: è necessario personalizzare ed adeguare il testo alle specifiche richieste dell’offerta di lavoro.
I canali per veicolare la candidatura
Un errore molto diffuso è quello di spammare ovunque il proprio CV, per qualsiasi tipo di posizione. Bisogna invece fare, prima di tutto, una valutazione sui canali più appropriati e poi cercare di capire se il proprio profilo è allineato con l’annuncio di lavoro
Il piano B
Bisogna sempre approntare un piano B. Certo, bisogna essere tenaci nel perseguire il proprio obiettivo principale, tuttavia si possono scoprire altri mestieri anche solo leggendo gli annunci sui siti web delle società di selezione.
Può anche accadere che quello inizialmente ideato come piano B si trasformi invece in una nuova strategia per la ricerca di un impiego che si è scoperto essere ancora più allineato con il proprio profilo.
Una volta che hai eseguito ognuno di questi passi, sei pronto a farti largo nel mare delle offerte, con un profondo senso di direzione che ti permetterà di massimizzare il tuo tempo (concentrandoti solo sugli impieghi in risonanza con te) e aumenterà l’efficacia della tua presentazione. Infatti, con questa chiarezza mentale e una strategia solida, avrai molte più possibilità rispetto a tutti gli altri concorrenti.
Vuoi saperne di più su come cercare lavoro in maniera intelligente? Eccoti un regalo che sicuramente ti tornerà molto utile: il report gratuito 10 consigli pratici per scrivere un buon CV! Scaricarlo cliccando su questo link e…buona lettura!

Come cambiare lavoro a 50 anni
Quali opportunità di lavoro per gli over?
Il lavoro è cambiato da tempo e non solo, sta continuando a cambiare. Se sino ad una ventina di anni fa ancora era pensabile fare sempre lo stesso lavoro per tutta la vita, oggi non è più così. Il mercato è fluido ed è impossibile credere che i bisogni possano essere sempre gli stessi. La tecnologia si evolve in modo sempre più veloce e questo non può lasciare immobile il mercato.
Quindi, cambiare lavoro periodicamente sta diventando sempre più parte integrante del percorso professionale, anche se non sempre è facile.
Certo, non sempre il cambio di lavoro è una scelta, spesso c’è chi si trova intorno ai cinquanta anni e, per circostanze non a lui imputabili, perde il proprio posto di lavoro, cadendo in un imbuto dal quale è molto difficile risalire.
C’è da dire, però, che questo è un problema tutto italiano, in quanto all’estero gli over 40 e 50 sono sostenuti da apposite agenzie pubbliche che prevedono dei programmi di reinserimento studiati ad hoc.
Il principio di funzionamento su cui si basano i programmi di queste agenzie è il potenziale che queste persone “esperte” possono mettere a disposizione delle nuove generazioni.
La loro è una fonte di conoscenza che viene messa a disposizione per migliorare il percorso formativo e professionale. In ogni caso, il web risulta un valido supporto per mettersi alla ricerca di un nuovo impiego. Sono davvero molti i portali che favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, alcuni addirittura tra datori di lavoro esteri e madrelingua italiani rimasti senza un’occupazione.
Il dato che risulta dalle ricerche di mercato è che le maggiori opportunità di lavoro per gli over 50 provengono proprio dai paesi esteri ed in particolare da quelli extracomunitari come Africa, Asia ed Emirati Arabi.
Infatti, sono disponibili diversi siti che, in base alla lingua che si parla, propongono i diversi impieghi disponibili. Nella maggior parte dei casi si tratta di lavori per madrelingua italiani che hanno ricoperto ruoli manageriali o profili senior e che quindi dispongono di notevole esperienza. Ovviamente il presupposto è che ci sia la disponibilità a trasferirsi all’estero.
Oltre ai siti esteri, sono disponibili anche portali di Regioni e Province in quanto, molto spesso, sono pubblicate offerte di lavoro per cinquantenni che hanno la necessità di essere ricollocati in seguito ad un licenziamento o che sono semplicemente alla ricerca di un nuovo impiego.
Una cosa da non sottovalutare sono le possibilità di lavori stagionali o temporanei: le relative offerte sono consultabili presso le agenzie per il lavoro che collocano proprio personale over 50 anche per brevissimi periodi.
In più bisogna fare estremamente attenzione ai social network. Questi, infatti, rappresentano l’ultima frontiera per cercare un nuovo impiego. Grazie alla fitta rete di contatti è possibile promuovere la propria professionalità attraverso Linkedin, Facebook, Google+ e altri, oppure è possibile creare un proprio sito personale o un blog per auto-promuoversi.
Infine, è anche possibile prendere in considerazione il mettersi in proprio e iniziare una nuova carriera diventando imprenditori.
Vuoi saperne di più su come trovare lavoro? Eccoti un regalo che sicuramente ti tornerà molto utile: il report gratuito 10 consigli pratici per scrivere un buon CV! Scaricarlo cliccando su questo link e…buona lettura!

Come farsi assumere dopo uno stage
Lo stage è una vera opportunità di carriera
Stage: opportunità o fregatura?
La domanda si rincorre sui forum e nel web e i dati che parlano di un misero 11.6% di assunzioni a tempo indeterminato dopo il famoso tirocinio non sono certo confortanti. Eppure oggi lo stage sembra ancora essere una delle poche vere opportunità per accedere al mondo del lavoro, proprio per questo ho deciso di segnarti alcune idee fondamentali per trasformare questa possibilità in un lavoro a tutti gli effetti.
Lo stage: cose da sapere
Lo stage, o tirocinio formativo, è un periodo di apprendimento e formazione professionale presso un’azienda. Di durata variabile e discrezionale, dovrebbe essere propedeutico all’assunzione di giovani e lavoratori con esperienze in settori diversi da quello dove si sta effettuando lo stage. In Italia – a differenza della maggior parte dei paesi europei e dell’America – purtroppo spesso non è così, trasformandosi in una esperienza vuota di significato e fatta di interminabili ore passate a fare fotocopie. In ogni caso, tentar non nuoce: per un iter accademico completo bisognerebbe fare un paio di stage durante il periodo universitario e poi un terzo al termine del percorso di studi. Il consiglio è di scegliere sempre, per quanto possibile, settori di reale interesse e aziende che non si dimostrino fin dall’inizio ‘truffaldine’. Il tirocinio, infatti, dovrebbe prevedere un rimborso spese – un punto su cui la legislazione italiana tace – e a meno di una consolidata e veritiera prassi aziendale che propone stage a costo zero ma una sicura assunzione successiva, accettare di lavorare senza retribuzione non è mai consigliato. Secondo il ‘tariffario’ non scritto, l’importo minimo per gli studenti universitari è di 250 euro al mese e per i neolaureati di 500.
‘Cosa devo fare?’: chiedere è lecito, rispondere è cortesia
Il detto popolare ‘chiedere è lecito, rispondere è cortesia’ dovrebbe essere stampato a fuoco nelle menti degli stagisti. Ciondolare per l’ufficio senza lavoro o, peggio, non sapere come portare a termine le mansioni assegnate, sono due atteggiamenti che azzerano le possibilità di assunzione. Il tirocinio è un’esperienza formativa, quindi, se non si ha nulla da fare, bisogna prendere l’iniziativa e – con i modi e il garbo del caso – chiedere di essere coinvolti nelle diverse attività dell’ufficio. Allo stesso modo, farsi prendere dal panico perchè non si sa come risolvere un problema o semplicemente non si conosce una procedura, non serve a niente: paralizzarsi o sbagliare di testa propria è peggio che chiedere aiuto e spiegazioni. Lo stage è fatto per imparare e alla base dell’apprendimento ci sono lecite domande e altrettanto doverose risposte.
Come faremmo senza di te!
Per aumentare le proprie probabilità di assunzione, rendersi indispensabili è forse uno dei passi più importanti da fare. Essere disponibili – senza cadere nel servilismo – presenti, veloci, capaci di risolvere i problemi e di dare sempre (o quasi, in fondo si sta imparando) risposte utili, sono alcune delle caratteristiche valutate dalle aziende – e dai colleghi in primis – in modo più che positivo. Sapere che si ha ‘in casa’ una persona di valore innesca un meccanismo virtuoso che passa dalla volontà di tenersi stretta quella risorsa così preziosa per arrivare all’assunzione.
Educazione e professionalità: chi ben comincia è a metà dell’opera
Anche se si è retribuiti una miseria, anche se non si è dipendenti a tutti gli effetti, rispettare le regole dell’ufficio, fermarsi oltre l’orario di lavoro quando c’è un’emergenza o una reale necessità, arrivare puntuali e non schizzare via alla fine della giornata sono comportamenti che portano a una valutazione positiva della persona. Certo, in tutto ci va buonsenso: accettare condizioni di lavoro incostituzionali o richieste che esulano dalle attività svolte dall’ufficio è sbagliato e, anzi, dovrebbe far suonare non solo un campanello, ma una vera e propria sirena d’allarme. Ma entro i limiti del lecito, darsi da fare e dimostrare di avere buona volontà paga. Così come paga saper anche dire di no o portare avanti un’obiezione in modo educato e motivando le proprie ragioni. Uno stagista professionale, infatti, diventerà così un impiegato professionale.
Preparati, professionali e ben vestiti!
Essere impeccabili lavorativamente e dal punto di vista relazionale non basta se il look fa a cazzotti con lo stile dell’ufficio o se non dà della persona un’immagine di ordine, accuratezza e professionalità. Quindi, se il tono dell’ambiente lo richiede, sì alla giacca e al completo per i ragazzi e al tailleur o alle mise bon ton per le ragazze. Saper riconoscere la realtà intorno a se e adeguarvisi è segno di intelligenza e, oltre che essere apprezzato, rappresenta la classica ciliegina sulla torta e può fugare gli ultimi dubbi sull’eventuale assunzione dello stagista, tanto bravo e curato nel lavoro come nella persona.
Vuoi saperne di più su come farsi assumere dopo uno stage? Eccoti un regalo che sicuramente ti tornerà molto utile: il report gratuito 10 consigli pratici per scrivere un buon CV! Scaricarlo cliccando su questo link e…buona lettura!

Come fare una presentazione efficace di fronte al pubblico
Fare una presentazione non è come recitare la poesia a scuola
Nel mondo del lavoro odierno, sempre più globale e competitivo, massimizzare le risorse è diventata la parola d’ordine.
Il profitto, la produzione, la produttività, le risorse.
Anche quelle cosiddette “umane”.
E tra le cose che noi “risorse umane” (anche se a dirla tutta io preferisco usare il termine “persone”) facciamo c’è quella di comunicare: trasmettere messaggi, informazioni, compiti e motivazioni.
Anche queste sono abilità che vanno gestite bene, per l’ambiente di lavoro ma soprattutto per sé stessi.
Gratificazioni, carriera, retribuzione, pura e semplice soddisfazione personale…trova tu il motivo che più ti motiva a fare bene.
Preparare, organizzare e fare una buona presentazione al pubblico, efficace, incisiva, memorabile è non solo auspicabile ma anche necessario.
Ma fare una presentazione non è come recitare la poesia a scuola.
Organizzare una presentazione significa avere ben chiari in mente i destinatari, chi sono, cosa vogliono e cosa si aspettano dalla tua presentazione.
E la tua presentazione sarà tanto più efficace quanto più soddisferà le attese e, in un certo senso, darà anche qualcosa in più che superi le loro aspettative.
Ma per fare questo serve tanta organizzazione; non si può improvvisare o fare le cose con sufficienza e all’ultimo minuto.
Tanta più attenzione avrai deciso di dedicare alla fase di organizzazione, tanto più ti sarà facile affrontare la preparazione vera e propria.
Una volta finita la fase preparatoria, si può affrontare il grande spauracchio: la paura di parlare in pubblico.
Questo timore, infatti, rischia di assestare i suoi colpi micidiali anche all’oratore più preparato sulla faccia della Terra se questi non è anche adeguatamente preparato ad affrontare il suo pubblico di riferimento.
Ecco perché oggi ti rivelerò alcuni pratici consigli per riuscire a fare anche tu una presentazione efficace in pubblico ogni volta che sei chiamato a farlo per lavoro.
Tanto per cominciare, nella fase di organizzazione ti conviene avere ben presente, da subito
- A chi si rivolge il tuo discorso?
- Perché stai facendo quel discorso?
- Qual è il “minimo” che si aspettano dal tuo intervento?
Non fare queste considerazioni è come fare un salto nel vuoto.
In questa fase di organizzazione della presentazione rientra, quindi, una buona conoscenza del pubblico che dovrai affrontare; infatti, più li conosci, anche individualmente, più sarà facile per te impostare la “progettazione” del tuo intervento e organizzare il contenuto in maniera tale da sintonizzarti con le loro preferenze personali.
Il contenuto buono di una presentazione, infatti, diventa automaticamente un contenuto ottimo se è ritagliato su misura per il destinatario e per le sue esigenze.
Ma il contenuto buono già in partenza è semplicemente imprescindibile: un buon contenuto è l’elemento necessario (ma di per sé non sufficiente) ad assicurarti il successo della tua presentazione davanti al pubblico.
Quindi: studia e metti a punto un contenuto di valore che risponda al compito assegnato, ma poi preoccupati di trasmetterlo nel modo migliore possibile.
Per la fase di preparazione, invece, l’ingrediente segreto è la semplicità.
Se riesci a rendere intelligibile e senza grossi sforzi il contenuto della tua presentazione, il pubblico te ne sarà grato perché avrai risparmiato loro una sacco di fatica inutile.
La semplicità della presentazione è facilitata se possiedi una tua struttura di esposizione che ti guida passo dopo passo nella realizzazione scritta e nell’esposizione orale della tua presentazione.
Quando ti trovi sul posto ad esporre nei fatti agli altri, la brevità è molto bene accetta.
Brevità però non significa tagliare indiscriminatamente pezzi di contenuto per stare all’interno dei tempi previsti.
Niente affatto: brevità significa essenzialmente che sei in possesso di un dono prezioso, ovvero la cosiddetta “capacità di sintesi”, per cui riesci a dire in venti parole quello che un altro, al posto tuo, direbbe in cinquanta.
Ma non nasciamo tutti con questa capacità “di serie”.
Ecco perché è opportuno che ti alleni a svilupparla mentre prepari le tue presentazioni: se ti sembra che puoi accorciare senza sacrificare il valore del contenuto che devi esporre, fallo pure.
Cerca sempre sinonimi e modi di dire brevi.
In questo modo eviti anche un altro rischio: quello di andare troppo per le lunghe o addirittura fuori tema.
Queste sono in estrema sintesi alcune linee guida, semplici consigli e strategie che permetteranno anche a te di avere successo la prossima volta che ti troverai a dover affrontare per lavoro una presentazione davanti al pubblico e che sono sicuro risulterà più efficace rispetto a chi non conosce queste informazioni.
Ma prima, eccoti un regalo che sicuramente ti tornerà molto utile: il report gratuito 10 consigli pratici per scrivere un buon CV! Scaricarlo cliccando su questo link e…buona lettura!

Come trovare lavoro grazie ai social network
Social network non significa solo svago
Ancora oggi in Italia, nonostante esistano diverse centinaia di società di ricerca lavoro e head hunting, oltre il 40% del mercato del lavoro transita attraverso il canale delle conoscenze dirette.
A questo meccanismo si associa spesso un significato deteriore: la prima cosa che si pensa è che occorra essere raccomandati per trovare lavoro. Ma in verità non è (sempre) così: si tratta di una fenomeno che trae origine da motivazioni diverse e molto semplici, quali, ad esempio, la volontà di venire in contatto con professionalità certificate da persone di fiducia, di evitare i costi di una selezione, ecc.
Quali che siano le motivazioni, il vero problema rappresentato da questo meccanismo di ricerca e selezione è la bassa visibilità, trasparenza e accessibilità delle opportunità di lavoro che transitano attraverso questo canale informale.
Cosa fare quindi?
Informare tutti i propri parenti e conoscenti che si è alla ricerca di un’occupazione. E’ opportuno anche domandare loro di passare parola.
Quindi, se frequentate posti di ritrovo, palestre, associazioni o qualunque altro ritrovo sociale, sia esso fisico o virtuale (ad esempio Forum di discussione, blog, social network su Internet) non abbiate paura di chiedere se qualcuno è a conoscenza di opportunità lavorative perché siete alla ricerca di un lavoro.
Su Internet, poi, è molto facile trovare gruppi di persone appassionate di un qualche argomento. Se partecipate a questi “gruppi” (organizzati sotto forma di forum, siti, blog, pagine Facebook ecc.) verrete in contatto anche con persone che lavorano nel campo. Un’ottima opportunità quindi, da sfruttare al meglio.
Proprio su questa logica, ad esempio, si fonda il social network oggi leader nel campo del lavoro: LinkedIn.
Si tratta di un social network creato esclusivamente per finalità professionali (a differenza di altri social network come Facebook), che risulta essere un mezzo importante per rendersi conto di cosa offre il mercato del lavoro a partire dai propri contatti. La propria pagina consente di gestire un curriculum online, dove mostrare le proprie esperienze lavorative, il percorso di studi seguito, le competenze maturate. In questo modo chiunque visiterà la pagina si renderà immediatamente conto di quali sono le vostre capacità.
Inoltre, c’è la possibilità di ottenere delle “segnalazioni”, ovvero attestazioni fatte da colleghi e datori di lavoro sul vostro modo di lavorare e sulla vostra serietà. Queste sono un ottimo viatico per far capire che siete dei lavoratori affidabili.
Anche su LinkedIn, infine, è possibile partecipare a progetti online ed entrare a far parte di gruppi tematici, il cui ambito rimane quello del mondo del lavoro e che possono essere importanti per ricercare nuove opportunità.
Il sistema dei contatti si fonda proprio sulle conoscenze in comune che si hanno con gli altri, per cui potrete contattare qualcuno che risponde al vostro ambito lavorativo che non conoscete direttamente ma con cui, ad esempio, avete un contatto in comune. In questo modo diventa più facile presentarsi ed ottenere l’attenzione desiderata.
Infine, LinkedIn offre anche una versione Premium a pagamento, che presenta ulteriori vantaggi: connettersi più facilmente con recruiter e dirigenti d’azienda, maggiori possibilità di essere notati nelle ricerche effettuate dalle aziende, avere maggiori dettagli sugli annunci di lavoro, come il nome completo ed i contatti di un’azienda.
Vuoi sapere come rendere il tuo social network on line davvero irresistibile?
Vieni a dare un’occhiata qui!

Come presentarsi alle aziende grazie ad internet
Il web è uno strumento unico per la ricerca del lavoro
Nel precedente articolo abbiamo visto come, per identificare i potenziali datori di lavoro, la prima mossa possibile è quella di compilare un elenco di aziende che, legate o no all’ambito degli studi, alle esperienze effettuate e alle proprie aspirazioni, potrebbero essere interessate alla tua candidatura.
A tua disposizione, per fare questo, c’è anche internet, uno strumento molto ricco e che consente di risparmiare tempo e risorse accedendo ad un alto numero di offerte di lavoro aggiornate e ai siti delle aziende che sono alla ricerca di nuove figure professionali
Quindi, a questo punto, si può cercare il sito di queste aziende per procedere alla candidatura e visitare la sezione “job”, “lavoro” o “contatti”.
Ma fai attenzione: preventivamente è opportuno comunque visitare anche la sezione “chi siamo”, cioè cercare di capire a chi ci si sta rivolgendo, comprendendo in modo chiaro se il proprio lavoro può essere utile. In più, le aziende con una propria sezione per candidature di lavoro, solitamente sono di grandi dimensioni e si può allo stesso tempo consultare quali sono le posizioni aperte disponibili.
Sempre in Internet è possibile consultare centinaia di siti dedicati al lavoro. La maggior parte permette un’iscrizione gratuita necessaria per poter inviare la propria candidatura a seguito di annunci da parte di aziende. Alcuni di questi sono portali che offrono propri annunci e che consentono il contatto con le aziende rispondendo agli stessi. Altri, invece, sono dei veri “motori di ricerca” per annunci di lavoro, come ad esempio CareerJet, Trovit Lavoro e JobRapido, che mostrano i risultati da tanti siti differenti per le parole chiave immesse, per la località indicata, o anche per la tipologia di impiego o altri parametri inseriti.
Tra i portali per il lavoro ricordiamo tra i più rinomati: Monster.it con sezione talent per neolaureati e quella beknown per cercare, tramite social network, i diversi profili aziendali. InfoJobs permette di cercare gli annunci per località, categorie e tipo di impiego, ordinando i risultati per vari fattori e visionare di volta in volta lo stato della propria candidatura.
Ovviamente vi sono anche siti in cui non è necessario registrarsi per rispondere ad annunci di lavoro, sebbene è sempre consigliato inviare un CV aggiornato e una lettera di presentazione motivata. È il caso ad esempio della sezione lavoro di Subito.it e Kijiji.it.
Altri siti per il lavoro piuttosto conosciuti sono Trovalavoro.it, Indeed.it e Corriere Lavoro.
Quasi tutti i siti hanno anche un servizio “alert”, grazie al quale poter ricevere via mail gli annunci maggiormente indicati per il profilo o i profili ricercati, anche suddivisi per area geografica.
Sembrerà banale, però è opportuno che tu sia ben consapevole che oggi come oggi limitarsi ad inviare la propria candidatura non è sufficiente.
Immagina una qualsiasi azienda e prova solo a visualizzare la quantità di CV che riceve ogni giorno.
Proprio per questo la vera differenza la da chi da subito riesce a distinguersi in messo a questa massa confusa.
Se vuoi imparare come fare vieni a dare un’occhiata qui!

Centro per l’Impiego e Agenzie del Lavoro: quali differenze ci sono?
Orientamento vs lavoro immediato
Ormai attivarsi per la ricerca di un lavoro è diventato un vero e proprio lavoro per la maggior parte delle persone e da cui tutti, almeno una volta nella vita, sono dovuti passare.
Non giriamoci intorno, questa esperienza spesso viene vissuta come un disagio, soprattutto quando, dopo un certo tempo passato a sforzarsi, non si riesce a trovare un lavoro o nemmeno ad arrivare alla fase di colloquio.
Il primo passo per cercare lavoro, ovviamente, è di affrontare con calma questa ricerca e soprattutto conoscere le regole per dosare ed indirizzare bene le proprie forze. A questo scopo voglio darti una serie di consigli pratici per procedere correttamente alla ricerca di un lavoro.
In Italia, a svolgere attività di intermediazione di manodopera, vi sono sia soggetti pubblici, come il Centro per l’Impiego, sia soggetti privati come, ad esempio, le Agenzie del lavoro (la nuova denominazione delle agenzie interinali).
Può apparire banale dirlo, ma è indispensabile sapere quale tipo di impiego si sta cercando; se non si hanno le idee chiare al proposito è certamente opportuno rivolgersi ad un Centro per l’Impiego, che ha al proprio interno un servizio di orientamento.
Un operatore di orientamento del Centro per l’Impiego può dare aiuto per capire le professioni più adatte in base agli studi e alle precedenti esperienze lavorative (qualora ci fossero); in più, può essere fondamentale per riuscire a riconoscere i propri punti forti e deboli ed avere una serie di consigli su come compilare un curriculum o affrontare un colloquio.
Sempre gli operatori del Centro per l’Impiego possono fornire elenchi di imprese in cerca di personale a cui inviare la propria candidatura, elenchi di bandi pubblici e graduatorie pubbliche aperte.
L’ indirizzo – sia web che fisici – di un Centro per l’Impiego è in genere elencati sui siti delle province, oppure si può chiederlo all’URP (Ufficio Relazioni col Pubblico) provinciale; sia il Centro per l’Impiego che le agenzie interinali sono autorizzati a pubblicare tutte le loro offerte sui siti della Borsa Lavoro regionale che hanno un indirizzo standard del tipo ad esempio www.borsalavoro.campania.it, anche se è bene tener conto che la realizzazione dei siti di alcune regioni italiane è ancora in fase di realizzazione.
Certo, il Centro per l’Impiego potrebbe funzionare molto meglio di quanto non facciano in realtà; i dati che ogni anno mette in mostra la Confartigianato mostrano che a trovare lavoro con i CPI sono solo una minima parte di coloro che ne fanno richiesta, attestando così la sostanziale inefficienza di un sistema che costa allo Stato più di quattrocento milioni di euro ogni anno.
Motivo di questa inefficienza è dato anche dal fatto che sono davvero poche le imprese che si rivolgono ad un CPI per la ricerca di personale, pari ad appena il 2,2% delle imprese nazionali, mentre la gran parte preferisce utilizzare altri canali come le agenzie interinali, gli annunci su siti internet e, prima ancora, il sistema della “conoscenza”.
La rete di relazioni è, a conti fatti, il primo sistema di ricerca lavoro da parte delle aziende in oltre il 60% dei casi. Per iscriversi, comunque, basta recarsi presso il CPI della provincia di residenza con i documenti al seguito e compilare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.
Il concorrente “privato” del Centro per l’impiego è l’Agenzia per il lavoro.
La differenza è, oltre che nello status pubblico/privato, nella possibilità per ciascun individuo di poter iscriversi contemporaneamente a tante Agenzie per il lavoro quante se ne desidera, mentre l’iscrizione al CPI è limitata a quello della sola provincia di residenza.
L’Agenzia per il lavoro offre lavoro “somministrato”, cioè a termine e provvisorio, solitamente a progetto o a tempo determinato, sebbene in seguito il rapporto possa trasformarsi in lavoro indeterminato rapportandosi direttamente con l’azienda in cui si lavora.
Tra le agenzie per il lavoro più conosciute ricordiamo, in ordine alfabetico: Adecco, GiGroup, KellyServices, Manpower, Metis, PagePersonnel e Umana.
A questo punto forse potresti chiederti quale potrebbe essere il prossimo passo per trovare il lavoro dei tuoi sogni: scarica il nostro report gratuito e scopri come scrivere un CV che faccia colpo su tutti i selezionatori!

Le 5 app mobile che certamente miglioreranno il tuo lavoro
App mobile e smart working: ecco il lavoro 2.0
Non importa se sei comodo sulla poltrona di casa, in treno o al bar davanti ad un buon caffè, lo smart working sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Nonostante non sia regolarizzato da una legge ad hoc, i progetti dedicati al cosiddetto lavoro agile si stanno moltiplicando nelle grandi come nelle piccole aziende.
Nel 2015, secondo i dati dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, il 17% delle imprese nostrane ha avviato programmi del genere, introducendo nuovi strumenti digitali, policy organizzative e nuovi comportamenti manageriali per lasciare più autonomia ai propri dipendenti, un dato in forte crescita se si pensa che nel 2014 solo l’8% della aziende era coinvolto in politiche di questo tipo.
Ovviamente, per ottenere gli stessi risultati in termini di produttività che possono essere raggiunti tra le mura di un ufficio, i lavoratori devono essere dotati di tutti gli strumenti necessari per mantenere alta la qualità del lavoro. Oltre ai numerosi dispositivi mobili per qualsiasi tipo di esigenza, che permettono di lavorare anche fuori dalla postazione nella sede aziendale, importanti sono alcune app che trasformano smartphone e tablet in piccoli uffici portatili. Ne abbiamo scelte cinque che possono facilitare e velocizzare tutte le operazioni legate allo smart working.
SMARTWORKING
L’ultima app lanciata sul mercato dedicata al lavoro agile si chiama proprio Smartworking, disponibile sia su iOS che su Google Play. Permette ai freelance, e a tutti i dipendenti interessati, di trovare gli spazi più adatti alle proprie esigenze formative. Che si tratti di un’area di coworking o di un meeting formativo, il tutto è a portata di click. Basta inserire le proprie credenziali, previa registrazione, ed effettuare il check-in prima di cominciare la propria attività.
TEAMVIEWER
L’app permette di accedere al proprio computer da remoto e ai file in esso contenuti. In pratica il desktop, con tutti i documenti più importanti, è sempre a portata di mano. In più tutto può essere condiviso con i propri colleghi. La piattaforma permette anche di organizzare dei veri e propri meeting online, ai quali invitare fino a 25 persone; in questo modo si possono anche prevedere degli incontri di formazione tagliando i costi. È possibile collaborare su elementi comuni conservati in rete in tempo reale e fare presentazioni.
EXPENSIFY
Questo programma permette di salvare sul proprio smartphone o tablet, scattando una semplice fotografia, fatture, contratti e scontrini in modo da poter ottenere in maniera più automatica il rimborso spese dal proprio datore di lavoro. Attraverso una funzione chiamata SmartCam, l’app permette di registrare un documento appena ricevuto, segnandolo direttamente nella lista delle spese, che sarà così in continuo aggiornamento, trasformandolo in un file digitale da archiviare su qualsiasi tipo di dispositivo mobile.
DRAGON DICTATION
Famosa e utilizzata tantissimo in tutto il mondo, questa app è scaricata fin dal 2010, anno della sua nascita. Non è altro che un programma di riconoscimento vocale che consente di dettare facilmente i propri messaggi e di visualizzare immediatamente sms o e-mail, in maniera cinque volte più veloce della battitura su tastiera. Se si è impegnati a guidare o fare altre commissioni, Dragon Dictation permette di ottimizzare i tempi nella stesura del testo di un articolo o di un qualsiasi documento, così il gioco è fatto!
ANY.DO
Molto utile per chi ha scarsa memoria: questa app, infatti, ricorda gli appuntamenti in calendario, consente di scrivere una lista di attività da fare e prendere appunti grazie al solo riconoscimento vocale. È usata da milioni di persone in tutto il mondo. Non solo è gratis, ma anche semplice e divertente da usare. È di sicuro il più famoso software del tipo to-do-list presente sia su Android che su iOS, diventando dal 2011 a oggi punto di riferimento nel settore. In questo modo si pianifica meglio la giornata e si gestiscono alla perfezione tutti gli impegni, che possono essere condivisi con i propri contatti sempre tramite la stessa app.
E tu, sei pronto ad utilizzare queste app? Prima però potrebbe esserti utile imparare a scrivere un CV a prova di selezionatore! Scopri come scaricando il report gratuito “10 consigli pratici per scrivere un buon CV” e…facci sapere com’è andata!